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L’anestesia in dermochirurgia

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ultima modifica:

07/05/2021

L’anestesia rappresenta una procedura fondamentale in qualsiasi intervento chirurgico.
Gli anestetici, bloccando le fibre nervose dolorifiche in modo reversibile e prevedibile, causano la scomparsa temporanea del dolore mentre il paziente resta vigile.
L’anestesia si manifesta prima sulle fibre dolorifiche per cui è noto che il paziente si possa allarmare quando ancora avverte la sensibilità tattile.
Ogni paziente ha una soglia del dolore diversa ed una sensibilità emotiva diversa, che può accentuarsi in un ambiente sconosciuto e senza la presenza di un familiare.
La fobia per gli aghi è piuttosto comune ed il bruciore, avvertito durante l’infiltrazione dell’anestetico, non sono fattori ininfluenti sul successivo comportamento del paziente che può avvertire così un aumento del suo stato ansioso.

Per tutto ciò, la scelta del tipo di anestesia da utilizzare deve sempre essere preceduta dalla corretta valutazione del paziente, della sede e delle caratteristiche della lesione (dimensione/spessore) nonché del tipo di approccio chirurgico che sarà adottato.

Esistono differenti tipi di anestesia locale:

  • infiltrativa: iniezione dell’anestetico nello spessore di cute e sottocute
  • topica: per diretto contatto dell’anestetico con la cute

ANESTESIA TOPICA

Il ricorso all’applicazione dell’anestetico per via topica si pone come una valida soluzione per i bambini ed i soggetti adulti particolarmente emotivi e questa possibilità può essere propedeutica all’anestesia per infiltrazione.
L’anestesia topica prevede il ricorso alla refrigerazione cutanea (ad es. con azoto liquido), alla vibrazione o all’applicazione di topici anestetici.
Questi ultimi sono quelli maggiormente utilizzati e contengono, a seconda dei vari prodotti commerciali, lidocaina, tetracaina e prilocaina a varie concentrazioni e veicolati in creme o gel o per ionoforesi. Attenzione alle possibili dermatiti da contatto da anestetici.

ANESTESIA PER INFILTRAZIONE

E’ la procedura maggiormente utilizzata in dermochirurgia ed è generalmente effettuata con ago. Per chi ha fobia degli aghi, è possibile ricorrere anche a dispositivi in grado di far penetrare a pressione l’anestetico nella cute, senza l’utilizzo dell’ago.
Gli anestetici maggiormente utilizzati per infiltrazione sono gli aminoamidi (lidocaina e mepivacaina) che hanno un metabolismo epatico, una scarsa tossicità sistemica, molto raramente causano reazioni allergiche mentre l’inizio dell’effetto anestetico è da moderato a rapido. Per contrastare il loro effetto intrinseco vasodilatatore può essere aggiunto un vasocostrittore (come l’adrenalina) che rallenta e diminuisce l’assorbimento sistemico dell’anestetico, riduce il sanguinamento del campo operatorio e prolunga la durata del blocco anestetico. Così può essere aggiunto del bicarbonato di sodio per ridurre la sensazione di bruciore durante l’infiltrazione dell’anestetico.

L’anestesia di tipo infiltrativo a livello cutaneo può essere effettuata in tre modi:

  • anestesia locale
  • anestesia regionale tronculare (blocco locoregionale)
  • anestesia regionale a blocco di campo

Localmente l’infiltrazione dell’anestetico deve avvenire lentamente e con un ago sottile, nello spessore del derma ed in prossimità della lesione o dei bordi della ferita, cercando di utilizzare la minima ma sufficiente quantità di anestetico.
La più frequente complicanza dell’anestesia per infiltrazione è la sincope vaso-vagale che può insorgere anche in pazienti apparentemente tranquilli e collaboranti; è caratterizzata da bradicardia, ipotensione, sudorazione profusa e perdita di conoscenza.
Il dermochirurgo deve operare in un ambiente attrezzato e conoscere le tecniche di primo.

Testo redatto dal Dott. Alfredo Zucchi

 

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